Francesco Paolo Neglia

Francesco Paolo Neglia (Enna 1874 – Intra 1932) è nato a Castrogiovanni (Enna) il 22 maggio del 1874. La madre, Maria Greca, era una insegnante elementare e il padre, Giuseppe Neglia, era impiegato violinista e maestro di Cappella presso la cattedrale di Enna. Francesco Paolo, chiamato affettuosamente Ciccino, non era l’unico figlio in famiglia, infatti la primogenita era Lucia e seguirono Liborio, Clementina, Angelo e Giovanni che morì a 21 anni per una congestione.
Francesco Paolo ebbe i primi insegnamenti di violino, pianoforte, trombone e composizione, dal Padre e ancora oggi ad Enna qualcuno ricorda antiche serenate composte dal giovane musicista come ad esempio la tarantella Mariannì.
Nel 1893 Neglia divenne impiegato effettivo violinista nella cattedrale e il 27 luglio dello stesso anno conseguì il Diploma di insegnante elementare presso la Scuola Normale di Piazza Armerina. La necessità interiore di affrontare seri studi di composizione e di entrare nel mondo della musica “colta” gli diede la spinta per partire alla volta di Palermo per studiare al Conservatorio “V. Bellini”. Purtroppo per limiti di età non fu ammesso nella classe di composizione, ma le sue doti arrivarono agli occhi del M° Gugliemo Zuelli, Direttore del Conservatorio, che lo accettò come allievo privato e gli fece ottenere un posto come violinista nell’orchestra del teatro Massimo. A questo periodo risalgono le opere Inno a S. Anna, Intermezzo breve, Parata d’eroi. Nel 1900 conseguì il diploma in violino, trombone composizione.
Nell’estate del 1900 conobbe a Enna la sua futura moglie, Marie Dibbern, fedele compagna anche nei momenti più duri della sua carriera. Dopo il diploma iniziava il difficile compito di trovare un impiego e grazie ancora a Zuelli il giovane Neglia partì per Porto Maurizio come direttore d’orchestra per la stagione lirica. il 17 dicembre 1900 convolò a nozze con Marie e i giovani sposi presero un appartamento a Milano. Durante questo soggiorno, durato meno di un anno, Neglia compose la sinfonia n. 1 in re minore e un’Ave Maria dedicata alla moglie. Francesco Paolo non si accontentava però di una semplice carriera di direttore di opere liriche, egli aspirava al Sinfonismo e alle monumentali opere orchestrali, per queste ragioni grazie all’aiuto di una zia di Marie, Anna Ahrens Spies, i coniugi si trasferirono in Germania, ad Amburgo. Il periodo tedesco durò 14 anni e si concluse proprio allo scoppio della I guerra mondiale. Tuttavia questo periodo fu molto florido per il compositore, infatti risalgono al 1912 la Sinfonia n.2 e al 1913 la suite sinfonica “Tre quadri di vita veneziana”. Ma i successi non arrivarono solo nel campo della composizione: Neglia si distinse brillantemente anche come didatta, direttore d’orchestra, imprenditore e innovatore. Infatti fondò il primo conservatorio di Amburgo, il Neglia Conservatorium, che raggiunse le 500 iscrizioni annue e dovette aprire altre sedi sparse nella città. Come direttore d’orchestra fecero epoca le sue direzioni delle sinfonie di Beethoven e fu il primo a fare conoscere ai tedeschi il sinfonismo Bruckneriano riesumando la Nona Sinfonia di Anton Bruckner. Lo scoppio della guerra e l’improvvisa morte del padre lo indussero a rientrare in Italia dove però non ebbe l’accoglienza che si aspettava. La città di Enna lo accolse come una spia tedesca, dato anche il fatto di avere una moglie tedesca, e le autorità arrivarono a confiscargli la posta per il timore di ricevere finanziamenti dagli austriaci a scopo di spionaggio. Neglia aveva terminato gli ultimi risparmi e non aveva un lavoro. La cattedrale non eseguiva più quella musica raffinata, ma si concedeva una musica più frivola e mono adatta alla spiritualità. Neglia, grazie a Monsignor Mario Sturzo ottenne la nomina a maestro di cappella, ma gli orchestrali non vedevano di buon occhio il suo “fare alla tedesca” e i continui dissensi lo portarono a un processo in cui fu accusato di ingiuria, ma alla fine fu assolto. Un pò di pace e tranquillità arrivò con il trasferimento a Caltanissetta come direttore dell’orchestra Nissena, ma la voglia di ricominciare una carriera lo portò al definitivo trasferimento a Legnano dove fondò il Liceo Musicale “G.Verdi” e si dedicò all’insegnamento nelle scuole elementari. Intanto sopraggiunse una malattia: il maestro soffriva di Albumina.
L’ultima opera, il Trio, non fece in tempo ad ascoltarla perché il 31 luglio 1932 si spense nella casa del figlio Giuseppe a Intra sul Lago Maggiore e fu sepolto nel cimitero di Verbania.


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